Abbiamo parlato delle calorie e di come queste calorie non siano tutte uguali, la risposta del nostro organismo è diversa in base agli alimenti che introduciamo durante tutto il corso della giornata, non meno importante è l’aspetto psicologico del “mettersi a dieta”.

 

Non appena decidiamo di sottoporci ad un periodo di restrizioni alimentari il nostro cervello per qualche tempo resiste, e non sempre, ma poi inizia a cercare delle scappatoie, delle piccole trasgressioni, cosa del tutto fisiologica, perché il nostro corpo inizia a riconoscere di essere in una condizione di “deficit calorico” che vive come una vera e propria carestia e si sente privato dei cibi che più lo appagano, da lì la frustrazione e l’innesco del famoso circolo vizioso che porta quasi sempre al fallimento precoce di qualsiasi dieta.

 

La conseguenza diretta di questa carestia è cercare di spendere meno energie possibili per compiere le attività quotidiane e per l’eventuale attività sportiva che decidiamo di praticare, a lungo andare se terremo stabile il regime calorico che abbiamo stabilito come deficit il metabolismo andrà in stallo impedendo al corpo di bruciare i grassi accumulati.

 

Il metodo migliore per ingannare il cervello e non farlo sentire “a dieta” è concedergli almeno il 20% di alimenti che lui reputa trasgressivi rientrando comunque nel piano calorico, può essere il cioccolatino oppure qualche grissino o un pezzo di pane, rispettando il bilancio di macronutrienti atti al dimagrimento, ovviamente in questo caso entrano in gioco dei calcoli ben precisi e io consiglio di farsi seguire sempre da un professionista. Il restante 80% sarà invece composto da alimenti “puliti” come frutta, verdura, cereali integrali, fonti proteiche magre, semi e olio extravergine di oliva.

 

Purtroppo l’abbodanza di cibo che ci accompagna oggi ovunque noi ci troviamo non aiuta i buoni propositi di chi decide di intraprendere un percorso di restrizione calorica, c’è però un altro trucco per ingannare il nostro cervello e non farlo sentire privato di ciò che più gli piace ed è fare almeno un pasto libero a settimana dove mangiamo quello che vogliamo nella quantità che desideriamo, questo pasto deve essere programmato e il giorno ben stabilito, potrebbe coincidere con un pranzo di famiglia o una cena di lavoro etc..

 

Questi sono consigli generici che tutti possono applicare, ma è bene ricordare che ognuno di noi ha il suo metabolismo e i suoi bilanci di macronutrienti, quindi se si desidera intraprendere un percorso ad hoc e dimagrire nei punti giusti sarebbe meglio farsi seguire da una persona competente.

 

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Quando decidiamo di metterci "a dieta" di solito intendiamo sottoporci a delle privazioni per un periodo di tempo limitato, non solo eliminando i cibi che ci piacciono di più ma anche dando un taglio netto alle calorie che introduciamo durante la giornata.

 

Bene, in questo modo riusciremo sicuramente ad abbassare il nostro metabolismo recuperando il peso perduto dopo tanti sacrifici e sforzi, forse anche con gli interessi.

 

In nutrizione la Kilocaloria (Kcal) è l’energia necessaria per innalzare di 1°C la temperatura di un Kg di acqua distillata a pressione di 1 atm (atmosfera) e viene utilizzata convenzionalmente per indicare l’apporto energetico di una certa quantità specifica di alimento (per esempio 100 grammi).

 

Molte persone sono convinte quindi che le calorie contenute per esempio in una banana (circa 100) possano essere paragonate alle calorie di un dolce, basta che siano comunque 100 calorie, in realtà il nostro corpo non ragiona “a calorie” ma ragiona in base ai macronutrienti e ai micronutrienti che gli forniamo, la banana apporterà al nostro organismo fibre, vitamine, minerali, zuccheri naturali, pectine e molto altro con un impatto medio-basso sulla glicemia, ciò vuol dire che non creerà picchi glicemici e l’energia che ci fornisce verrà distribuita nel tempo a discrezione delle attività in cui saremo impegnati, mentre la stessa quantità di calorie proveniente da un dolce apporterà al nostro organismo zuccheri e farine raffinate prive di fibre, vitamine e minerali e creerà sicuramente un picco glicemico che renderà quasi impossibile utilizzare i grassi di riserva del corpo.

 

Se il nostro intento è metterci “a dieta” per dimagrire, quindi perdere grasso dobbiamo prestare attenzione prima alla qualità degli alimenti che introduciamo e poi al conteggio calorico.

 

Una caloria proveniente dai grassi è come una caloria proveniente dalle proteine?

E una caloria proveniente dalle proteine è come una caloria proveniente dai carboidrati?

No, nel senso che il corpo a livello metabolico le gestisce in modo differente, alcuni alimenti hanno un “potere termogenico”, questo vuol dire che per essere metabolizzati e digeriti richiedono energia al corpo questo è il caso delle calorie provenienti dalle proteine, mentre le calorie provenienti dai carboidrati sono meno termogeniche e ancor meno quelle provenienti dai grassi, il contenuto di fibre invece gioca un ruolo fondamentale nell'assorbimento degli zuccheri presenti negli alimenti.

 

Tenuto conto di tutti questi accorgimenti potremo allora fare i nostri calcoli calorici e stabilire un deficit calorico atto al dimagrimento, nella prossima news parleremo di come ingannare il cervello per non farlo sentire “a dieta”.

 

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